Territorio
Cosa è il territorio?
Probabilmente la prima domanda da farsi è, dove viviamo? Non
è una parodia di quei discorsoni filosofici su chi siamo e dove andiamo ma,
piuttosto, una valutazione molto concreta ed aderente alla nostra quotidianità.
Le città, con tutto il loro particolare, le aree verdi, la campagna, sono tutte
frazioni che compongono qualcosa che chiamiamo territorio, piuttosto che
paesaggio o paese e così via.
Territorio deriva da quella parola con cui il latino
indicava il possesso di terra e quindi un’area definita, in quanto tale sotto
una qualche amministrazione e giurisdizione. Pur sembrando chiaro, troviamo
immediatamente delle complicazioni poiché l’epoca ed il punto di vista ne
variano il concetto, e facendo a meno di elencare tutti i possibili aggettivi
che lo specificano, riprendiamo definizioni proposte da alcuni geografi, che lo
identificano come uno spazio trasformato dal lavoro umano. L’antropizzazione,
tuttavia, non è necessariamente presente in tutti i tipi di territori ma,
d’altro canto, la ritroviamo parlando di paesaggio. Ecco un'altra parola particolarmente
comune e sfuggente; la parte di territorio compresa da uno sguardo, che può
essere una porzione naturale, urbana o un compromesso tra le due. Non
riteniamolo, però, un dettaglio, lo sguardo è un accesso alla nostra mente e
ciò che entra nella nostra testa lascia inevitabilmente un seme, un germe che
in qualche modo opera in noi.
L’impronta antropica, come la sua assenza, incide sullo
stato dell’ambiente, sulla condizione di vita umana (trattandosi, in ultima
analisi, della definizione della nostra nicchia ambientale) e sullo sviluppo
personale del singolo individuo.
Ci ritroviamo,
quindi, ad essere frutto, almeno parziale, dell’intricato sovrapporsi delle
rielaborazioni del territorio, siano esse dovute a sconvolgimenti del tutto
ascrivibili alla natura o di segno antropico, e contemporaneamente generatori
di nuove stratificazioni fondamenta del nostro futuro.
#modellidicittà
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