Libri Fuori Posto

La morte di una persona a noi contemporanea la percepiamo come un dramma, Otzi , che pure è vittima di omicidio, è un interessante cadavere da osservare. Il tempo è anche una dimensione etica. Nella percezione del suo scorrimento si dissolvono le cariche emotive e le reazioni connesse ad etica e morale; nella nostra condizione riusciamo solo ad osservare verso un punto di fuga, come se il tempo fosse una delle linee che definiscono la prospettiva, rischiando di creare una diastasi con il resto. Il distaccamento, se incontrollato, ci isola in una campana di vetro senza passato nè futuro. La percezione che ho è che nella nostra epoca si tenda effettivamente a focalizzare l'attenzione sull'istante, abbandonando la ricchezza di informazioni e stimoli che ci deriva dal passato e la spinta a creare qualcosa per il domani. Siamo sempre più nel momento del "pochi, maledetti e subito!" -punto di vista condivisibile nell'emergenza-, che, se prolungato, ci fa dimenticare ch

Come più volte accennato, un sito archeologico esprime varie potenzialità e nelle molteplici sfaccettature affrontate è sempre stimolo per il presente ed il futuro della collettività dell’ areacircostante . Non solo stimoli intellettuali, ma anche pratici . Un sito è benecomune e tale deve rimanere, ma può e deve essere altrettanto area di imprenditoria sana e regolamentata, che sia emblema di iniziativa privata auto-sostenibile, con ripercussioni molteplici sulla comunità e sull’area archeologica stessa. Non si tratta di una barbara privatizzazione, né di profitto privato fatto alle spalle del pubblico. Aree di ristorazione, aree studio, zone di svago o zone di produzione intellettuale e di design, luoghi per eventi: sono alcune delle possibili integrazioni delle necessarie attività didattiche-sperimentali di base. Con approccio adattativo rispetto alla singola area (urbana, naturalistica, ampia o angusta, marina, ecc.), si deve comunque arrivare alla creazione di un’alta q

Archeologia ... Abbiamo capito che può essere base per uno sviluppo e non fastidio per il cantiere. Si valuti ora come si possa declinare nella realtà i principi di cui si è discusso, e come nel mondo si siano già avviate esperienze, che percorrono questo sentiero. L’ archeologia e la storia per molto tempo hanno risentito dell’attrazione verso il macroscopico e l’eccezionale, grandi edifici , grandi battaglie; nei decenni più vicini a noi entrambe le discipline si sono rivolte con aumentato interesse alla vita comune, a come si facevano le marmellate nel medioevo (si veda Marc Bloch) o a come veniva suddiviso lo spazio all’interno di una abitazione neolitica. Approcci e tecnologie si sono sviluppati con questa impronta ed affrontare uno scavo vuol dire innanzitutto leggere strati e materiali, la conservazione e la musealizzazione sono conseguenti e dipendenti da questo. Ciò premesso si dovrebbe iniziare a operare sulle evidenze archeologiche come un tassello fondamentale dell

Vivere è sempre una sfida stimolante e complessa, piena di variabili, pieghe ed alternative; affrontare questa esperienza con dei dati in più e soprattutto con una maggiore stratificazione di ragionamenti, sembra essere un evidente vantaggio. Lo è per ognuno, ancor di più per la collettività . Tuttavia non esiste un libretto di istruzioni, perché non esistono istruzioni, è quindi lecito chiedersi nel concreto a che serve, tra le altre cose, quanto ci fornisce lo studio archeologico . Riflettere sull’evoluzione naturalistica di un’area, su comel’uomo si è relazionato con essa , analizzare le scelte economiche e l’ ereditàculturale che abbiamo, sono azioni necessarie per avviare un processoprogettuale complessivo . Siamo abituati a veder nascere edifici , come anche piazze o elementi immateriali: cooperazioni, esperienze, e tanto altro. È ipotizzabile un percorso in cui tutto ciò abbia dei fili conduttori che amalgamino e rendano più forti ed efficaci i vari elementi? Non qualcosa