Ogni cosa al suo posto

Nonostante il coronavirus, una cosa è chiara: la densità delle città ha un diretto impatto sulla loro sostenibilità; in generale sulla stessa società di cui fanno parte. Non è un assioma stabile, nè un'equivalenza automatica (ma in fondo quando mai se accade A, automaticamente si ha B?!), ma la possibilità di aprire un dialogo continuo e perfino ridondante tra tutti i cittadini apre la strada a tante opportunità; se inserita nella giusta struttura, la densità di popolazione può permettere più ricchezza, più giustizia sociale, più opportunità...
Ma ogni cosa deve essere al suo posto.
Già ho affrontato la questione del territorio e del paesaggio e se vogliamo immaginare una nuova città, dobbiamo anche immaginare il suo rapporto con l'ambiente circostante. Concentrare persone, cultura, infrastrutture ed economia serve per essere più sostenibili e competitivi, ma anche per avere modo di gestire più correttamente l'ambiente. Il cemento di per se non è un demone, purché sia inserito in un sistema urbano sano e secondo regole adeguate, ma va tenuto lontano dal resto del territorio; qui alcune aree si può accettare che vengano antropizzate, sia pure con un impatto basso, ma è vitale che non si perdano gli habitat naturali originari.
Qualsiasi Ostia possiamo immaginarci, non potrà MAI essere senza una macchia mediterranea dignitosa (qui tra l'altro si aprirebbe il discorso relativo al rapporto tra pineta e macchia mediterranea...) ed una spiaggia con dune intatte, come si vede solo nella riserva del Presidente della Repubblica.


Commenti

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