La ciclabile vista da un ciclista

Da Rocca di Papa allo Zoncolan, dalla litoranea alla Maratona dles Dolomites o all'Eroica... migliaia di chilometri  in bici con ogni tipo di strada, condizione atmosferica e traffico.


 

Per una volta sfrutto tutta questa fatica (e anche soddisfazione) per provare a dare un giudizio completo, onesto e (spero) attendibile sulla nuova pista ciclabile di Ostia. Innanzitutto chiarisco che parlo esclusivamente del tratto nuovo, quello che inizia al semaforo della Caritas.

Il tratto nei pressi del Pontile, la parte di lungomare che fa da vetrina a Ostia, è piuttosto evidente e ben separato dal traffico, il suo utilizzo è piuttosto semplice. Proseguendo in direzione del curvone diviene una semplice sezione della carreggiata, divisa dal traffico stradale tramite l'area di parcheggio o da sezioni di un basso cordolo; qui siamo in un punto meno sicuro e più difficilmente fruibile. Prima di proseguire con le valutazioni è necessario soffermarsi sulla struttura stessa della ciclabile: si tratta di un tratto unico, comprensivo dei due sensi di marcia, ognuno dei quali è appena più largo di una sola bicicletta, quindi è una infratruttura minima, adatta ad un numero esiguo di persone e prevalentemente per spostamenti brevi (su distanze percorribili anche a piedi) e lenti.

Nulla ha senso senza il contesto.

E il contesto in cui è stata costruita è drammatico. Come ho provato a spiegare, si tratta di una ciclabile con alcuni aspetti positivi ed altri negativi, insomma una infrastruttura con evidenti limiti, ma gli aspetti peggiori fuoriescono nella sua relazione con tutto il contesto viario di Ostia. Innanzitutto inzeppare bici ed auto su lungomare, con la tipica operazione italiana di salvare capra e cavoli, ha portato inevitabilmente alla riduzione della carreggiata; ora del tutto inadeguata ai carichi estivi. Quindi una mezza ciclabile ed una mezza strada non saranno sufficienti nè alla circolazione leggera nè a quella automobilistica; voi tutti sapete bene cosa accade ad una arteria ostruita...

Va aggiunto anche che si tratta di un tratto unico, utilizzabile esclusivamente per fare avanti e indietro sul lungomare; le infrastrutture andrebbero semper pensate in un'ottica sistemica! Insomma abbiamo una pista ciclabile utile per i media ma molto meno efficace nella concretezza dei fatti.

Questo è quanto ho rilevato percorrendola, poi il meteo ha evidenziato a tutti l'altro limite: se piove si va in barca. Questo però non dovrebbe sorprenderci perché il lavoro è stato effettuato esclusivamente delimitando l'area e non mettendo mano all'asfalto ed alla struttura della strada. Il lungomare al primo temporale si è sempre trasformato in piscina pubblica!

In questo blog, in cui ho parlato di #DesignYourCity, in cui spingo ad immaginare e progettare, ritengo corretto inserire anche una breve parte propositiva.

Ostia ha necessità di un aggiornamento profondo e l'urgenza è più forte di eventuali questioni di costi e oneri. Quando si progetta si ha una visione, questo vuol dire necessariamente avere un'ottica d'insieme, una attenzione al sistema complessivo e non solo alle singole parti. Partendo dalla pista ciclabile, dovremmo provare ad immaginare una separazione netta tra traffico automobilistico e ciclistico; è necessaria un'area più ampia se si vuole garantire la fruibilità tanto a chi fa brevi passeggiate, tanto a chi si allena, tanto a chi effettua spostamenti lunghi. Altro elemento inevitabile è il collegamento con le altre aree della città: urgenti i passaggi ciclabili fino alle stazioni metro (in cui mettere dei bike sharing dignitosi) ma molto importanti anche i collegamenti con le altre aree di interesse turistico (pinete, scavi, Tor San Michele, ecc.). Costruire questo reticolo di vie ciclabili porterebbe una riduzione drastica dello spazio dedicato al traffico automobilistico, che andrebbe assolutamente ripensato. Innanzitutto teniamo a mente che la città moderna non è quella che si vive in macchina ma quella che, una volta raggiunta, si riesce a vivere facilmente a piedi o con mezzi green. Oltre al potenziamento dei mezzi pubblici e delle piste ciclabili, dovremmo anche pensare alla gestione delle auto.

Prima di proseguire vi lascio qualche secondo per farvi un'idea di queste foto:

Bello l'edificio, vero? Almeno... a me piace molto! Tuttavia, al di là dei gusti, credo possa definirsi molto lontano dallo squallore dei parcheggi pubblici. Beh, è un parcheggio!

La mano dell'architetto ha creato questa montagna (infatti si chiama "The Mountain"), che internamente è un ordinato e pulito parcheggio ed esteriormente un'insieme di appartamenti con giardino antistante. Ne parlo perché anche la costruzione di aree come questa potrebbero tornare utili nel decongestionare il traffico ostiense e rendere realizzabile un sistema ciclabile adeguato a tutte le esigenze. 

E' importante giudicare in maniera ampia e dettagliata, ma senza proporre una visione alternativa rimarrebbe un'esercizio sterile, una chiacchiera da bar!

#DesignYourCity

#modellidicittà

#PassatoFuturo

#immaginazione


Commenti

  1. Belle considerazioni, speriamo che gli amministratori municipali ne prendano atto, per poter intervenire in maniera efficace al cambiamento di Ostia, (una città senza macchine).

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  2. Thanks for sharing such a fastidious idea, article is nice, that's why I have read it completely, and i have share it on my site: https://patenteitalianaonline.com/

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