Design e vita

Vivere è sempre una sfida stimolante e complessa, piena di variabili, pieghe ed alternative; affrontare questa esperienza con dei dati in più e soprattutto con una maggiore stratificazione di ragionamenti, sembra essere un evidente vantaggio. Lo è per ognuno, ancor di più per la collettività.

Tuttavia non esiste un libretto di istruzioni, perché non esistono istruzioni, è quindi lecito chiedersi nel concreto a che serve, tra le altre cose, quanto ci fornisce lo studio archeologico. Riflettere sull’evoluzione naturalistica di un’area, su comel’uomo si è relazionato con essa, analizzare le scelte economiche e l’ereditàculturale che abbiamo, sono azioni necessarie per avviare un processoprogettuale complessivo. Siamo abituati a veder nascere edifici, come anche piazze o elementi immateriali: cooperazioni, esperienze, e tanto altro. È ipotizzabile un percorso in cui tutto ciò abbia dei fili conduttori che amalgamino e rendano più forti ed efficaci i vari elementi? Non qualcosa di standardizzato da seguire ottusamente fino all’eternità, ma una ebollizione evolutiva pronta al dialogo ed al cambiamento non all’interruzione; un intrecciarsi coordinato di idee che siano sempre sinapsi pronte a collegarsi con altre, un insieme aperto.

Dialogo e matite: un design dello sviluppo con i piedi nel percorso storico; probabilmente è l’unico modo di raggiungere una ergonomia sociale ed una sostenibilità profonda e globale.


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