Verde: colore o progetto?

 Torno a scrivere un post della sessione #PassatoFuturo, che ritenevo ormai completa... Ma l'attualità a volte ci chiama a cambiare idea! Spesso mi sono sforzato di parlare di territorio, come anche ho tentato di stimolare riflessioni sull'antropizzazione passata e sull'ecosistema originario come riferimento per progettare una città ed una società migliori.

Eppure mi rendo conto che il verde per molti è solo un colore, che territorio è una parola per riempire i vuoti nella retorica pubblica, mentre ecosistema è un sostantivo sconosciuto.

Ostia, già invasa da palme tropicali, messe in crisi dal punteruolo rosso ancor più che dal clima, ora viene pomposamente decorata con alberi di jacaranda, bella specie tipica di aree come Messico, India o Kenya. Inquinamento ambientale, perché questo va considerato l'inserimento di specie aliene, fatto passare per miglioramento ambientale; ottima pubblicità politica, pessima trovata per il nostro ecosistema e inevitabilmente depauperamento per la nostra città.

Ma tutto sommato c'è da aspettarselo in un mondo in cui si ricoprono le pareti di pannelli verdi con "muschio stabilizzato", come fosse architettura ecologica, quando in realtà si tratta di licheni (quindi non muschio!) morti e riempiti di glicerina colorata di verde. Se fosse un insieme di spugne sintetiche sarebbe la stessa cosa!

Ma pensiamo al X Municipio! Un'area caratterizzata da un conglomerato di abitati enormi, moderni o storici, incastonato in un ecosistema ben definito; la macchia mediterranea! Questo è il nostro tesoro, questo dovrebbe essere al centro della progettazione urbana! Un habitat ricco, una biodiversità notevole e da curare con passione ed attenzione integrandola nelle aree verdi urbane, magari creando sistemi in cui vanno insieme ecosistema, didattica, sport e relax; come d'altronde avevo già detto in altri post.

Chissà cosa c'è di tanto difficile in questo ragionamento? O magari sto sbagliando? O forse propongo una via poco remunerativa nell'immediato? Già, perché tanto il modo di procedere è quello del "pochi, maledetti e subito"... E se domani si muore, non importa nulla a nessuno!

Per chiudere con un pensiero profondo e stimolante, vi ripropongo una intervista a Telmo Pievani, capace di far collimare finitudine e lungimiranza! >>https://www.youtube.com/watch?v=gOMb70jOA1g&t=64s


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