Innovazione e immaginazione

In natura accade una cosa molto interessante: gli esseri viventi sono pieni di DNA non sempre utilizzato. Vecchie mutazioni, elementi accatastati nè rimossi nè usati, che nel percorso dell'evoluzione a volte tornano fuori e in qualche modo danno il via alla novità!

E' giusto, credo, porsi una domanda, qual'è il nostro percorso di evoluzione del pensiero? Qual'è il rapporto tra ciò che abbiamo e ciò che costruiamo?

Spesso sono tornato sulla nostra posizione tra passato e futuro ma qui voglio puntare l'ottica sulla pratica, sull'approccio comune alla strada che decidiamo di porci davanti. Istintivamente ho sempre avuto repulsione per tutto quel grande filone da "old school" o, con le dovute varianti, da "bei vecchi tempi". Andando oltre l'istinto ripercorro rapidamente la storia e mi accorgo di come il nostro concetto di modernità sia ancora in gran parte inchiodato a idee e schemi di cinquanta, cento o più anni fa. Il filo rivoluzionario della politica, che va dal 1848 al 1968  -e oltre- e piano si spegne in ritualità vuote e idee fossilizzate negli strati di un mondo che non c'è più; architetture razionaliste, grandi vetrate e linee di cemento di inizio novecento, che percepiamo ancora contemporanee; il coinvolgimento per le quattro ruote, meccanismi rivoluzionari centoventi anni fa e poi solo ritoccati.

Immaginare e progettare non possono venire da strade inflazionate o da ottiche stantie ed ormai abituali; ricerchiamo con estrema attenzione gli elementi del passato, guardiamoli sotto tutti i punti di vista, ma poi ricombiniamoli per le esigenze nuove e con aspirazioni diverse e forti.

Una provocazione...


Qualsiasi cosa ci troviamo davanti, per quanto tecnologicamente rifinita, smettiamola di chiamarla moderna se non risponde anche ad esigenze ambientali!

Un qualsiasi prodotto o progetto che non esprime anche gli aspetti intrinseci della sostenibilità, risponde a logiche ormai obsolete!

#DesignYourLife

#PassatoFuturo

#modellidicittà

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